007, Un bikini per Bond

In cattiva luce!

Negli anni Sessanta bastò il primo film a fare di Ursula Andress l’icona della nuova atletica bellezza femminile

Non capita spesso a un’attrice che il suo primo ruolo in un film rimanga, anche dopo molti anni di carriera, ancora il più memorabile. È proprio questo, però, che è successo a Ursula Andress. Venerdì 5 ottobre 1962: a Londra la premiere del film Dr. No (in italiano Agente 007-Licenza di uccidere) non consacra sugli schermi solo Sean Connery, giovane attore scozzese destinato a un grandissimo futuro, ma lancia anche una ragazza svizzera di belle speranze ma ancora con scarso curriculum cinematografico. Il suo destino cambia infatti a metà del primo tempo del film, quando in un ridotto (ovviamente per l‘epoca) due pezzi color avorio, con un paio di conchiglie in mano e un coltello da sub al fianco, compare sulla spiaggia giamaicana di Crab Bay (che nella realtà non esiste) canticchiando un calipso. Eccola, la prima Bond girl della storia! La scena nella quale la giovane Ursula (allora 26 anni) emerge dall’acqua indossando il celebre bikini è citata in ogni storia del cinema: in un sondaggio del 2003 condotto dall’inglese Channel 4, è stata addirittura votata come numero 1 nella classifica dei “100 momenti cinematografici più sexy”! In effetti di bikini se ne erano già visti: Brigitte Bardot in Manina, ragazza senza veli (1952), Deborah Kerr in Da qui all’eternità (1953), Elizabeth Taylor in Improvvisamente l’estate scorsa (1959). Eppure è stato proprio quello indossato da Ursula a scuotere e a far decollare nei primi anni Sessanta il mercato dei due pezzi, fino ad allora abbastanza cauto. Il bello è che fu lei stessa a cucirselo, insieme con la costumista Tessa Prendergast: la produzione aveva proposto un tessuto a fiori in stile locale, ma lei preferì scegliere un modello in una boutique locale, e sistemarselo addosso. Per la parte superiore usò semplicemente un reggiseno proprio, con le bretelle. Quando, una quarantina d’anni più tardi, mise il tutto all’asta da Christie’s ne avrebbe ricavato l’equivalente di circa 60mila dollari! 

Nata a Ostermundigen, presso Berna, cresciuta in una famiglia protestante con sei fratelli e un padre severo che la manda in palestra per migliorarle la postura, a sedici anni Ursula lascia la scuola e va a Parigi per seguire corsi di pittura, scultura e danza. A diciassette scappa a Roma, dove Cinecittà vive il proprio periodo d’oro, prima di essere acciuffata dall’Interpol e riportata a casa. Ma sarà comunque in Italia che farà le sue prime piccole parti. Poi verrà il contratto con la Paramount, l’America con il suo primo marito John Derek, e dopo Licenza di uccidere tantissimi film al fianco degli attori più in voga: Elvis Presley, Dean Martin, Frank Sinatra e Sammy Davis Jr, e così via. In tutto 36 pellicole, non certo memorabili ma nemmeno di serie B, anche se la sua bellezza prevaleva quasi sempre sulla bravura: sarebbero arrivati a soprannominarla Ursula Undress (cioè “spogliata” in inglese).

Tanti amori, flirt a non finire per la gioia della stampa popolare e l’unico figlio a 44 anni, Dimitri Alexander. Oggi Ursula è una signora ricca e anziana (da buona svizzera ha sempre avuto cura dei propri interessi, e di soldi ne ha guadagnati), ha appena compiuto 88 anni, ha venduto la propria villa a Beverly Hills e passa il suo tempo fra la casa vicino a Roma (a Zagarolo) e l’appartamento a Gstaad, con la famiglia d’origine. Quando le chiedono di quel primo film racconta: “Io non volevo farlo. Mi avevano detto: ci serve una ragazza atletica, per un film di spionaggio. Ero insicura. Poi ho letto la sceneggiatura, e ho visto che non dovevo parlare molto. E non ero mai stata in Giamaica”.

Occhiali alla Luteina

Difendere gli occhi dalle radiazioni solari? Anzitutto occhiali scuri e cappello, evitando di esporsi nelle ore centrali della giornata. Anche l’alimentazione però aiuta: vitamine e sali minerali combattono l’accumulo dei “radicali liberi” che possono danneggiare soprattutto la retina. Si tratta delle vitamine A, C ed E, poi il betacarotene ed elementi come lo zinco e il selenio. E poi c’è la luteina, che secondo i medici oculisti è una specie di “occhiale da sole naturale”, attivo 24 ore su 24. Si tratta di un pigmento giallo che si trova in molti vegetali, frutta, grano e anche tuorlo d’uovo. Si accumula soprattutto nell’occhio e in particolare nella macula. Insieme alla zeaxantina forma il cosiddetto “pigmento maculare”, cioè una specie di filtro che assorbe i raggi della luce blu e quelli ultravioletti (UV) impedendo alle radiazioni nocive di raggiungere e danneggiare il tessuto sensibile della retina. Purtroppo però non viene prodotta dal nostro organismo e, come detto, può solo essere assunta con gli alimenti o gli integratori.

La pelle ringrazia

Il sole fa bene all’epidermide sana perché l’aiuta a rimanere in equilibrio: il merito va alla sua azione antiseborroica, che contribuisce a contrastare la produzione di liquidi, tossine e grasso in eccesso. Inoltre, l’esposizione al sole può essere utile alle persone che soffrono di malattie cutanee, come psoriasi o eczema: infatti i raggi ultravioletti e i raggi infrarossi possiedono anche caratteristiche antisettiche (cioè tali da inibire lo sviluppo e la moltiplicazione di microrganismi infettivi), antimicrobiche e antibatteriche. Attenzione, invece, se si soffre di acne: malgrado quanto spesso si ritiene, l’esposizione al sole, specie se eccessiva e non accompagnata dall’uso di creme specifiche consigliate dal dermatologo, può peggiorare la situazione!